TORINO – “Sono stato nelle Idf, è l’esercito più corretto del mondo”, così un docente israeliano ospite del Politecnico di Torino risponde ai manifestanti Pro-pal, che hanno interrotto la sua lezione. Le sue parole fanno il “giro dei social” e il rettore Stefano Corgnati lo sospende, interrompe il modulo e lo convoca.
Manifestazioni e cortei nelle strade, incursioni durante le lezioni: la tensione alle stelle negli Atenei italiani, in questa settimana di reazione dei movimenti studenteschi pro Pal all’attacco finale di Gaza City e ai raid alla Global Flotilla. Dopo l’aggressione- sui social e a lezione- al professore etichettato come ‘sionista’ dell’Università di Pisa, questa volta nel ciclone è finito un professore dell’università israeliana Braude invitato a tenere un corso al Politecnico di Torino. La lezione di Pini Zorea è stata infatti interrotta dai manifestanti pro Pal: è seguito uno scambio di battute, in cui il docente ha provato a spiegare le ragioni di Israele, con il risultato di venire lui stesso sospeso.
LE RAGIONI DI ‘CAMBIARE ROTTA”
A monte della protesta del collettivo studentesco “Cambiare Rotta” è proprio la collaborazione del nuovo corso di dottorato de PoliTo con l’università israeliana Braude. Zorea è infatti un ospite della prima lezione del corso “Princìpi e tecnologie di elaborazione di immagini digitali”, dedicato agli studenti del corso di dottorato di Ingegneria elettrica, elettronica e telecomunicazioni. Gli studenti del collettivo contestano il contenuto del corso e il fatto che il docente provenga da un’università israeliana.”Nonostante alla comunità studentesca venga presentato come un corso ‘neutro’ di image processing, tra gli argomenti principali troviamo i ll rilevamento e riconoscimento facciale in sistemi in tempo reale. Proprio mentre da Torino a Bari siamo in mobilitazione con le tende da ormai una settimana in solidarietà con la Sumud Flotilla, PoliTo inizia l’anno accademico sostenendo ricerca israeliana finalizzata all’automatizzazione dell’apartheid”: così il collettivo motiva la propria contrarietà in un post sui social. E ancora, dito puntato contro l’università Braude: “Non è un attore neutro. Offre borse di studio agevolate ai riservisti dell’esercito israeliano”.
LA REPLICA DEL DOCENTE DELL’ATENEO ISRAELIANO
Le stesse ragioni sono ripetute nell’incursione in aula del corso di image processing. Il docente replica in modo pacato agli studenti: “In Europa molte persone non hanno capito cosa è successo nel 2023, quando un Paese ha attaccato Israele e ancora oggi tiene degli ostaggi nei tunnel”. E chiarisce il suo punto di vista: “Sono d’accordo con voi nel dire che la Palestina deve essere libera. Ma deve essere libera da Hamas”. La conclusione del discorso però è uno scivolone: “Ho lavorato nell’esercito molti anni fa e posso assicurarvi che l’Idf è il più corretto (Ndr:usa il termine ‘cleanest) che ci sia”.
IL RETTORE: “ESTERNAZIONE INACCETTABILE”
Il video di quanto sta accadendo viene subito diffuso tra social e chat e arriva al rettore dell’Ateneo Stefano Corgnati che si dissocia dalla lode dall’Idf, giudicandola “inaccettabile”. Il risultato è la sospensione del corso – e del docente- e la sua convocazione.
“Il Politecnico, anche attraverso i suoi organi di governo, ha da sempre condannato con piena evidenza ogni forma di violenza, ripudiando la guerra e esprimendo sdegno e riprovazione per il continuo massacro della popolazione civile a Gaza – è il commenta di Stefano Corgnati riportato dal quotidiano “La Stampa” – sollecitando le istituzioni governative e universitarie a impegnarsi per raggiungere una situazione di pace”. Una posizione che oggi “è ancora più forte e risoluta a seguito degli inaccettabili eventi di questi giorni”.
L’ESPULSIONE NON BASTA: “SOLO UN INTERVENTO DI FACCIATA”
La decisione del rettore di allontanare dal politecnico il docente, non basta però agli studenti di Cambiare rotta: “Per una volta Corgnati e tutta la governance, come se fossero totalmente inconsapevoli di chi si fossero messi in casa e solo dopo che la notizia stava girando, ha deciso di andare oltre le parole e di agire espellendo il docente”, commentano in un lungo intervento sui social. “Ci teniamo però a sottolineare, per l’ennesima volta, l’ipocrisia dell’ateneo che pur dichiarando, giustamente, inaccettabile le parole del professore “The IDF is the cleanest army in the world”, pronunciate il giorno dopo dell’invasione di terra di Gaza City, non ritiene altrettanto inaccettabili le numerosissime collaborazioni che il Politecnico intrattiene con aziende direttamente legate all’industria bellica e indirettamente legate allo stato sionista complici, quindi, del genocidio”.La decisione presa dopo le dichiarazioni del docente viene giudicata solo un “provvedimento di facciata”: “Se davvero, come dice il rettore Corgnati, PoliTo ‘ripudia la guerra’- conclude il collettivo- allora non dovrebbe avere problemi a corrispondere alle nostre ulteriori richieste: rescindere gli accordi con le aziende belliche, con Israele, di rifiutare i fondi provenienti dal piano ReArm Europe e schierarsi seguendo l’esempio di molte altre università”.
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