ROMA – Il governo di Tel Aviv, rivendicando il diritto di eliminare il gruppo politico Hamas e la sua alla militare nella Striscia di Gaza, continua a bombardare: 170 gli obiettivi colpiti nelle ultime 24 ore, secondo quanto ha riferito l’esercito. Almeno 15 le vittime dall’alba di oggi, tra cui bambini nell’area di Az-Zawayda, dove 11 persone sono rimaste uccise nel bombardamento di una casa.
LE DUE MANIFESTAZIONI
Intanto il premier Benjamin Netanyahu è in volo verso New York, per intervenire all’Assemblea generale dell’Onu. La partenza, nella serata di ieri, è stata accompagnata da due manifestazioni: una per dargli sostegno, un’altra per esprimere il dissenso dei familiari degli ostaggi che denunciando mancanza di volontà di trovare un accordo con il gruppo palestinese, per liberare i quasi 50 israeliani prigionieri dal 7 ottobre 2023. L’ultima offensiva lanciata su Gaza City fa temere per la vita degli ostaggi ancora in vita, sebbene l’esecutivo affermi che l’intervento si è reso necessario per obbligare il gruppo a rimandare a casa i cittadini israeliani. Nei bombardamenti, quasi 700mila residenti palestinesi hanno già dovuto abbandonare le proprie case, come registra l’Onu, senza ripari sicuri dove rifugiarsi né cibo o acqua a disposizione, a causa del blocco agli aiuti.
L’AEREO DI NETANYAHU ALLUNGA IL VOLO E PASSA DAI CIELI ITALIANI
Ancora il quotidiano Times of Israel evidenzia che l’aereo di Stato che accompagna Netanyahu a New York – citando la piattaforma Fligh Tradar 24 – avrebbe già attraversato lo spazio aereo di “Italia e Grecia”, compiendo così un tragitto più lungo del solito. Questo perché, come ipotizza la testata, il velivolo avrebbe la necessità di non sorvolare quei Paesi che si sono detti pronti a eseguire il mandato di arresto internazionale per presunti crimini di guerra a carico di Netanyahu, emesso dalla Corte penale dell’Aja.
“ALL’ONU DENUNCERÒ I LEADER CHE VOGLIONO DARE UNO STATO AI MASSACRATORI DI BAMBINI”
Una volta all’Onu, Netanyahu interverrà all’Assemblea generale per ribadire “la verità di Israele” e apostroferà il riconoscimento dello Stato di Palestina come “una vergognosa capitolazione” dei leader internazionali ad Hamas, affermando che “non ci sarà nessuno Stato palestinese”, in quanto l’iniziativa internazionale “non obbliga in alcun modo Israele”. Previsto anche un bilaterale col presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Sto andando con mia moglie all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e a Washington- riferisce il premier israeliano su X- All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dico la nostra verità: quella dei cittadini di Israele, la verità dei soldati dell’IDF, la verità del nostro Paese. Denuncerò quei leader che, invece di denunciare gli assassini, gli stupratori e i massacratori di bambini, vogliono dare loro uno Stato nel cuore della Terra d’Israele. Questo non accadrà”.
ATTESO ANCHE L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE ANP MAHOUD ABBAS
In settimana, su iniziativa di Francia e Arabia Saudita, è stata adottata una risoluzione con cui 157 Stati membri su 193 – vale a dire l’81% del totale – hanno riconosciuto lo Stato di Palestina.Ancora per oggi è anche atteso l’intervento all’Assemblea generale del presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, che esprimerà sostegno a tale risoluzione. Ancora i media israeliani riferiscono che funzionari del governo israeliano avrebbero suggerito al premier Netanyahu di imporre sanzioni su Abbas, sul vicepresidente Hussein al-Sheikh e altri esponenti dell’Anp, se il primo sosterrà apertamente il progetto di creazione di uno Stato palestinese.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it