ROMA – Un accordo per gestire in maniera congiunta la Striscia di Gaza è stato raggiunto dai principali partiti palestinesi, Hamas e Fatah, al termine di intensi colloqui che si sono svolti al Cairo, sotto l’egida del governo egiziano. L’intesa, come riferiscono i media arabi, prevede la creazione di un comitato direttivo che si occuperà di gestire la distribuzione degli aiuti umanitari tra la popolazione, l’erogazione dei servizi nell’enclave – tra cui scuola e sanità – e il coordinamento degli sforzi per la ricostruzione. Tale Comitato sarà formato da dieci a quindici individui non affiliati a nessuno dei due partiti.
La proposta, per diventare effettiva, passerà ora al vaglio dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) e entrerà in vigore con decreto firmato dal presidente Mahmoud Abbas, così come fonti interne ai negoziati hanno riferito ai media internazionali. Al tempo stesso, i mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti stanno lavorando a un cessate il fuoco a Gaza, in linea con quello raggiunto tra Israele e Hezbollah in Libano il 27 novembre scorso. L’intesa punta a raggiungere la fine degli attacchi, che hanno causato dal 7 ottobre 2023 quasi 44.500 morti tra i palestinesi, e il completo rilascio dei circa cento ostaggi israeliani ancora tenuti nella Striscia dei 240 inizialmente catturati. Ieri, il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato che se non verranno tutti rilasciati, Gaza “pagherà con l’inferno” non appena inizierà la sua amministrazione alla Casa Bianca, a partire dal 20 gennaio 2025.
HAMAS: “UCCISI 33 OSTAGGI PER COLPA DEL CRIMINALE DI GUERRA”
Sempre ieri, mentre erano in corso i colloqui tra esponenti di Hamas e Fatah nella capitale egiziana, il movimento palestinese Hamas ha diffuso un video messaggio nel quale ha annunciato che 33 ostaggi sono stati uccisi. Questo, è stato spiegato, “a causa della testardaggine del criminale di guerra” e “della sua continua aggressione” contro Gaza. Il riferimento è al primo ministro Benjamin Netanyahu, su cui pende un procedimento alla Corte penale internazionale dell’Aia per crimini di guerra e contro l’umanità che prevede un mandato di arresto internazionale.
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