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Alemanni (Europa Verde): “Tassare extra profitti e sbloccare 150 Gwatt di rinnovabili”

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“Commissario straordinario per Piano energetico sostenibile”

Lo ha detto nel corso del Cnpr Forum con Giovanni Battista Calì, Marcella Caradonna, Marco Cuchel, Enrico Terzani e Paolo Longoni

“Se vogliamo dare una risposta concreta all’emergenza energetica che con il caro bollette rischia di stritolare famiglie e imprese italiane bisogna tassare gli extraprofitti delle aziende energetiche e sbloccare i 150 giga watt di energie rinnovabili ostaggio di procedure burocratiche vetuste e inadeguate ai tempi.

Serve l’istituzione di un Commissario straordinario che sia in grado di dare l’input giusto per partire con una grande rivoluzione nel settore della produzione di energia sbloccando ad horas i primi 60 giga watt, così come richiesto dalla stessa Confindustria, restituendo in tal modo alle imprese il corrispettivo di circa 14 miliardi di euro”.

Questa la proposta formulata da Francesco Alemanni (tesoriere nazionale di Europa Verde e candidato alle prossime elezioni con l’alleanza Verdi e Sinistra), nel corso del Cnpr Forum “Futuro sostenibile, un percorso a ostacoli tra siccità e alluvioni. Come faremo e quanto ci costerà?”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri ed esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Oltre alla tassazione dell’extra gettito – ha proseguito Alemanni – bisogna intervenire sulle comunità solari energetiche dove mancano ancora i decreti attuativi. In tal modo sarà possibile eliminare tutti gli oneri di sistema oltre alla possibilità di diventare produttori di energia rinnovabile. Ricordo che già oggi questo tipo di risorsa copre il 44% del fabbisogno energetico del paese. Bisogna continuare a investire in questo settore”.

Sollecitato dalle domande dei commercialisti Alemanni ha sottolineato la necessità di un ‘green act’ “per tutte le piccole e medie imprese e gli artigiani che decidono di attuare una conversione della propria attività all’insegna della sostenibilità che beneficerebbero di sgravi fiscali e incentivi economici.

Oggi dobbiamo attuare una conversione ecologica dei modelli produttivi ed economici per costruire un lavoro stabile e duraturo in modo sostenibile”. Importante la funzione svolta dal Reddito di cittadinanza, secondo l’esponente ambientalista, “che ha aiutato migliaia di nuclei familiari in difficoltà. Ma adesso bisogna restituire dignità al lavoro.

Abbiamo proposto la riduzione dell’orario a parità di salario, la stabilizzazione dei precari della scuola e il salario minimo a 10 euro l’ora. Serve inoltre un Piano nazionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro e, per i lavoratori autonomi, un sistema sanzionatorio adeguato che scoraggi gli abusi nelle professioni oltre all’approvazione della norma sull’equo compenso”.

In conclusione Alemanni ha sostenuto “la necessità di investire nell’economia circolare semplificando i tanti problemi burocratici che rischiano di rallentarne lo sviluppo oltre a prevedere anche qui degli elementi premianti per favorire una rivoluzione culturale nel tessuto produttivo italiano”.

Chiusura netta, infine, nei confronti del nucleare: “Per realizzare una centrale ci vogliono almeno 15 anni mentre il problema energetico lo dobbiamo risolvere adesso. Inoltre il piano che alcuni partiti paventano per realizzare le centrali dovrebbe prevedere una copertura finanziaria di 400 miliardi, cifra assolutamente non alla portata dell’Italia”.

Per Marcella Caradonna (presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano): “Il tema dell’ambiente riguarda le prospettive di vita di tutti e il futuro delle nuove generazioni.

Non solo delle persone ma anche delle imprese. Sotto il profilo professionale affianchiamo le aziende nell’intraprendere e portare a termine questo percorso culturale.  C’è un orientamento chiaro del Legislatore in questa direzione come si evince dalla rilevanza data ai documenti non finanziari. Coinvolgere le professioni nella formazione e nell’elaborazione di questi processi è sicuramente una scelta vincente”.

Marcella Caradonna, presidente Odcec Milano

Enrico Terzani (numero uno dell’Odcec di Firenze), ha sottolineato l’importanza di accompagnare questi percorsi “con adeguati incentivi fiscali oltre alla necessità di trovare soluzioni efficaci e di lunga prospettiva per il problema energetico che rischia di mettere in seria difficoltà migliaia di aziende che non ce la fanno a sostenere l’impennata dei costi delle bollette.

Resta poi da definire una strategia per porre rimedio al paradosso fiscale che viviamo con un debito dello Stato che ammonta a 2600 mld e i crediti di Equitalia che ammontano a 1100 mld. Molti dei quali difficilmente esigibili”.

Enrico Terzani, presidente Odcec Firenze

Il tema dell’occupazione è stato posto da Marco Cuchel (presidente dell’Associazione nazionale commercialisti): “In Italia è un problema strutturale che determina un forte disagio sociale sia per i giovani che per i meno giovani. Disagio che non riusciamo a contenere. Dobbiamo assolutamente ridurre il gap rispetto agli altri paesi europei”.

Sulle difficoltà causate dalle nuove tassazioni ha posto l’accento Giovanni Battista Calì (presidente dell’Odcec di Roma): “Considerando che l’1 gennaio 2023 entrerà in vigore la famosa ‘plastic tax’ che sta dando molto da fare agli studi dei professionisti e anche ai clienti. Una norma nuova e piena di aspetti problematici con diversi quesiti interpretativi posti al Legislatore per i necessari chiarimenti.

Manca, inoltre, ancora un provvedimento attuativo. Per sostenere lo sviluppo sostenibile sarebbe meglio puntare su un sistema che faccia leva su meccanismi di premialità, invece di insistere con sistemi sanzionatori che andrebbero a ingolfare ulteriormente la già precaria situazione del fisco italiano”.

Giovanni Calì

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “Tutti i partiti hanno parlato dei costi dell’energia e delle misure da adottare per soccorrere i cittadini, i contribuenti e le imprese per far fronte all’aggravio dei costi. Nessuno però si è concentrato su un piano di lungo respiro che sia in grado di dare una prospettiva concreta al futuro dell’energia nel nostro Paese”.

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