ROMA – La Giunta delle autorizzazioni della Camera ha approvato a maggioranza la proposta di richiedere gli atti al Tribunale dei ministri e alla Procura sul caso di Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto al ministero della Giustizia, in relazione alla liberazione del torturatore libico Almasri. Le opposizioni non hanno partecipato al voto.
Parere contrario dal relatore Federico Gianassi e dal presidente di Giunta Devis Dori. Anche loro non hanno partecipato al voto e la loro dichiarazione è stata giudicata “non opportuna” e “fuori luogo”. Mentre il relatore non ha partecipato al voto anche in quanto componente della Giunta, il presidente invece di prassi non partecipa alle votazioni. Ora la richiesta passa nelle mani del presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Al termine del voto in Giunta delle autorizzazioni della Camera sul caso Bartolozzi, Enrico Costa (Fi) spiega che poi c’è stata una ‘coda di seduta’ in cui il centrodestra ha contestato la posizione assunta dal relatore Federico Gianassi (Pd) che di fatto, spiega l’esponente azzurro, “dando parere contrario è andato in minoranza”.
Costa aggiunge: “Dal presidente di Giunta c’è stata una dichiarazione un po’ forte nei confronti della maggioranza e alcuni hanno chiesto anche conto delle parole del relatore Gianassi che ha dato parere contrario”. Al termine della seduta si è svolto un Ufficio di presidenza per stabilire il calendario dei prosieguo dei lavori sulla posizione dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.
FDI: “PRESIDENTE GIUNTA NON TERZO”
“Secondo noi il ruolo di presidente imponeva uno speech asettico. Ci è sembrato che la terzietà sia stata dimenticata”. Lo dice Ylenja Lucaselli, componente Fdi in Giunta per le autorizzazioni, dopo l’ok a maggioranza sulla richiesta all’autorità giudiziaria degli atti alla Camera sul caso di Giusi Bartolozzi, riferendosi alla posizione di Devis Dori (Avs).
PD: “GOVERNO SOTTO RICATTO VUOLE INSABBIARE TUTTO”
“La maggioranza mostra un’ostinazione incomprensibile e pericolosa nel voler insabbiare e bloccare tutto, impedendo alla giustizia di fare il proprio corso. Un atteggiamento che non ha altre giustificazioni, se non quello di coprire responsabilità politiche sempre più evidenti. Per queste ragioni il Pd non ha partecipato al voto per stigmatizzare questa gravissimo strappo che dimostra un governo sotto ricatto” così Antonella Forattini, capogruppo Pd in Giunta per le Autorizzazioni alla Camera.
“Non solo – aggiunge Forattini – il governo ha gestito il caso in maniera irresponsabile e opaca, violando leggi e trattati internazionali e arrivando a liberare un criminale responsabile di omicidi e torture ma ora tenta persino di proteggere soggetti evidentemente in grado di esercitare pressioni sull’esecutivo. Con il voto di oggi il governo dimostra tutta la sua debolezza e ricattabilità: da un lato nei confronti della milizia libica, a cui ha dovuto cedere, dall’altro sul fronte interno verso i propri funzionari, che potrebbero avere in mano documenti capaci di smontare l’intera ricostruzione altalenante e omissiva fornita finora. E non è un caso che tutto questo avvenga nello stesso giorno in cui la Camera approva la riforma sulla separazione delle carriere, che nei fatti mira a subordinare la magistratura al potere politico, stabilendo quali reati perseguire e quali no. Proprio come stanno tentando di fare oggi in Giunta. Siamo di fronte a un attacco frontale ai principi basilari della Repubblica e della nostra democrazia”, conclude Forattini.
SETTIMANA PROSSIMA PROPOSTA RELATORE SU MINISTRI, VOTO IL 30
“La settimana prossima ci sarà la proposta del relatore Gianassi, dovrebbe essere il 23 o il 24 in modo che il 30 procediamo alla votazione” sulle posizioni dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano per la vicenda Almasri. Lo dice il presidente della Giunta per le autorizzazioni, Devis Dori, al termine della seduta in cui è stata approvata la proposta di maggioranza di sul caso Bartolozzi.
Il relatore Federico Gianassi (Pd) precisa che farà un’unica relazione con tre conclusioni eventualmente diverse. I voti saranno separati. Poi si dovrà esprimete l’aula che ha 30 giorni da regolamento.
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