di Francesco Gallo
Luisa Incalza, 63 anni, affetta da diverse patologie tra cui i postumi di un’ischemia, racconta con dolore la sua esperienza di sfratto dall’abitazione di via Giacinto Gigante, quartiere Arenella. Senza un lavoro stabile, con la sola entrata del Reddito di cittadinanza, si è trovata costretta a vivere in un dormitorio.
La donna dichiara: “Mi hanno strappato le chiavi dalle mani e mi hanno detto di prendere velocemente un cambio d’abito. Poi, mi hanno portato fuori da casa mia”. La cosa più triste è che non siamo davanti ad una storia di morosità ma al contrario Luisa ha sempre pagato l’affitto. Purtroppo, paga i debiti contratti dal proprietario, a cui hanno pignorato l’immobile. Spiega la donna: “Già nel 2016 ci fu un primo pignoramento poi la cosa rientrò. Nel 2019 è ricomparsa la custode giudiziaria nominata dal tribunale per una nuova sentenza. Eppure, non ho mai ricevuto avvisi ufficiali. Solo biglietti informali e minacce. Fino al 26 novembre, quando è intervenuta la polizia di Stato”.
Il paradosso è che, causa emergenza Covid, gli sfratti per morosità sono bloccati per legge fino al 31 dicembre 2021 mentre Luisa, che non ha nessun arretrato, si trova in mezzo alla strada, con l’aggiunta che il giorno precedente si era recata al locale commissariato per presentare un’istanza relativa al blocco degli sfratti.
La donna è stata affiancata dallo Sportello per il diritto all’abitare: “Non conosciamo tutti gli elementi per dire se lo sgombero della signora Luisa sia stato tecnicamente illegittimo – afferma Alfonso De Vito – di sicuro è stato ingiusto e molto aggressivo. Nel bel mezzo di un’emergenza pandemica che ha portato al blocco degli sfratti per morosità, con una procedura giudiziaria ancora in corso mentre di fronte avevano una donna sola, fragile, precaria e in difficili condizioni di salute. C’erano sicuramente i margini di un rinvio, considerando anche che nessuno si è preoccupato di coinvolgere le amministrazioni locali e i servizi sociali per verificare la disponibilità di un’alternativa come prescrivono le procedure di fronte a casi sensibili”.
L’atteggiamento delle autorità preoccupa non solo per Luisa, ma anche per tutti coloro che nel Napoletano si troveranno in difficoltà quando sarà rimosso il blocco degli sfratti. Il 7 dicembre Luisa dovrà sostenere l’udienza per il ricorso contro lo sfratto esecutivo. Non è stata ancora contatta dagli uffici comunali a cui ha chiesto: “Giustizia e diritto, solo questo. Il resto l’ho già perso”.