mercoledì, 14 Maggio , 25

Pordenone, donna scomparsa: ricerche in corso

(Adnkronos) - Esce di casa e non torna più, si cerca una donna scomparsa a Sesto al Reghena in provincia di Pordenone. A dare l'allarme il marito che, non vedendola rientrare, ha iniziato a cercarla lungo un percorso che spesso percorrono a piedi, ritrovando nei pressi del fiume Reghena, la bicicletta abbandonata della moglie. Dalle

Kefiah e fantasmi in Aula alla Camera, Meloni non raccoglie e solo alla fine ‘sbotta’ con Schlein

(Adnkronos) - "Ma perché si è fatta fregare così?". Nemmeno le accuse di Giuseppe Conte hanno smosso Giorgia Meloni, che per tutta la durata del premier time alla Camera ha mantenuto un 'aplomb' invidiabile. In un dibattito che, salvo poche eccezioni, è scivolato per oltre un'ora tra i botta e risposta con l'opposizione ma senza

Garlasco, blitz a casa Sempio: investigatori alla ricerca di “qualsiasi cosa utile alle indagini”

(Adnkronos) - Perquisizioni oggi in casa di Andrea Sempio e in quella dei suoi genitori. Nel decreto del sequestro disposto dalla Procura di Pavia nell'indagine che riguarda il trentasettenne, si fa riferimento alla "ricerca di qualsiasi cosa utile alle indagini" sul delitto di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Lo apprende l'Adnkronos

BATTIPAGLIA (SALERNO). Coronavirus, la sanità privata scende in campo al fianco di quella pubblica

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BATTIPAGLIA (SALERNO). In Italia, dall’inizio dell’epidemia, 115.242 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2 e 13.915 sono decedute. Superati nel mondo i 53 mila morti e un milione di casi. Nelle ultime 24 ore in Campania sono stati registrati 221 casi positivi che hanno portato il totale dei contagiati da coronavirus in regione a quota 2.677. Numeri che restano ancora lontani da quelli del Nord, nonostante la Campania sia tra le aree più colpite nel Mezzogiorno, mentre l’andamento dei casi positivi in Italia sembra aver fatto registrare un rallentamento. Secondo le previsioni dell’Unità di crisi regionale, questa potrebbe essere una settimana determinante per la Campania che dovrebbe raggiungere il picco. Ecco che alla luce di tutto questo la Sanità privata scende in campo al fianco di quella pubblica

Il decreto legge «Cura Italia» prevede il rafforzamento delle strutture sanitarie per far fronte all’emergenza coronavirus. Il decreto autorizza l’assunzione a tempo determinato di un centinaio di medici, lo snellimento delle procedure per facilitare la costruzione di nuove strutture ospedaliere temporanee e l’acquisto di un maggior numero di prestazioni da parte delle strutture private accreditate.
Così anche la Regione Campania ha siglato nei giorni scorsi l’accordo con l’AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) per il potenziamento dei posti letti dedicati all’assistenza dei pazienti Covid 19 e per trovare spazi alternativi per la gestione delle patologie non virali.

Nell’accordo sono individuate 4 categorie di pazienti che le case di cura in caso di necessità si sono impegnate a ricevere:
1- pazienti ordinari che gli ospedali trasferiscono per alleggerire il loro lavoro in vista di pazienti COVID;
2- pazienti COVID di media complessità;
3 -pazienti COVID di bassa complessità;
4 -pazienti ospedalizzati guariti in attesa di terminare la quarantena e di essere sottoposti ai tamponi per tornare a casa.

Solo per i pazienti di cui ai punti 2 e 3 è previsto un compenso giornaliero, rispettivamente € 1.200,00 ed € 700,00.
Le strutture in Campania saranno 23, 11 nel napoletano, 5 nel casertano, 2 nel beneventano ed 11 nel salernitano. In quest’ultima categoria rientra anche la “Casa di Cura Salus di Battipaglia”, che ha come amministratore delegato il dottor Coriglioni (consigliere nazionale AIOP) che ha spiegato come verrà riorganizzata la struttura dopo queste nuove disposizioni, ma soprattutto chi saranno i pazienti che avranno diritto di accedervi.
“Nello specifico Salus ha dichiarato la sua disponibilità solo per i pazienti di cui al punto 1 (pazienti ordinari) e 4 (pazienti clinicamente guariti), quindi senza retribuzione aggiuntiva – sottolinea  Coriglioni –  per i pazienti al punto 4 abbiamo messo a disposizione un piano completamente isolato con ingresso separato. Ingressi separati in modo tale che i pazienti ordinari non potranno mai incontrare quelli “post covid” proprio per escludere ogni pericolo che possa determinarsi “una vera bomba biologica”.  Trattandosi di pazienti in quarantena la rianimazione non è necessaria, in caso eccezionale di aggravamento, il paziente, sarà trasferito come d’Accordo presso una rianimazione, che sarà indicata dal sistema.  Inoltre – aggiunge Coriglioni – abbiamo anche impiantato una piattaforma informatica sulla quale strutture pubbliche e private potranno reciprocamente informarsi sulle disponibilità dei posti letto.”
Guardando alla situazione dello Stivale, la Lombardia è una delle regioni in cui le strutture private hanno la maggiore disponibilità. Secondo i dati del 2018, gli ospedali accreditati e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) privati in Lombardia hanno a disposizione oltre 300 posti letto, cioè il 38% della dotazione totale della regione, e 200 sono già utilizzati per il Covid-19. Nel resto d’Italia le percentuali sono molto diversificate.

È alta l’incidenza della sanità privata nel Lazio, con il 36% dei posti letto di terapia intensiva. Si tratta di ospedali già molto integrati nel sistema pubblico e con cui la Regione Lazio proprio ieri ha stipulato accordi per mille posti letto (non solo di rianimazione). Anche in Emilia Romagna e Campania il privato può dare un contributo sostanziale: i posti letto di rianimazione sono il 17% e l’11% rispettivamente.

  “Consapevoli  -aggiunge Coriglioni – di non aver mai, in passato, affrontato una emergenza del genere, come del resto la maggior parte delle strutture ospedaliere, con l’umiltà e l’esperienza che ci contraddistingue, ritenendo non sufficiente la sola organizzazione strutturale, abbiamo fatto dei corsi interni di perfezionamento per tutto il personale, ivi compreso quello dei servizi. Abbiamo anche stabilito percorsi ed attivato un protocollo interno ad hoc. Detto protocollo è stato, con l’assenso della Direzione Sanitaria, di tutti i medici e di tutto il personale parasanitario, immediatamente reso operativo, anche se al momento nessun paziente ci è stato ancora inviato”. (An. Pa.)

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