Miglior partecipante alla Mostra internazionale lo studio DAAR
Venezia, 20 mag. (askanews) – Il Padiglione del Brasile, curato da Gabriela de Matos e Paulo Tavares e intitolato “Terra [Earth]” ha vinto il Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale alla 18esima Biennale di Architettura di Venezia. Il riconoscimento, insieme a tutti gli altri premi, è stato assegnato dalla giuria internazionale composta da Ippolito Pestellini Laparelli (presidente, Italia); Nora Akawi (Palestina); Thelma Golden (USA); Tau Tavengwa (Zinbabwe); Izabela Wieczorek (Polonia). La motivazione spiega che il Leone d’oro è stato assegnato “per una mostra di ricerca e un intervento architettonico che centrano le filosofie e gli immaginari della popolazione indigena e nera verso modi di riparazione”.
La Menzione speciale come Partecipazione nazionale è stata assegnata alla Gran Bretagna “per la strategia curatoriale e le proposte progettuali che celebrano la potenza dei rituali quotidiani come forme di resistenza e come pratiche spaziali nelle comunità della diaspora”.
Il Leone d’oro per il miglior partecipante alla 18esimna Mostra The Laboratory of the Future è stato attribuito allo studio DAAR, composto da Alessandro Petti e Sandi Hilal, “per il loro impegno di lunga data teso a un profondo coinvolgimento politico con pratiche architettoniche e di apprendimento della decolonizzazione in Palestina e in Europa”.
Il Leone d’argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra internazionale è andato a Olalekan Jeyifous “per una installazione multimediale che esplora una pratica di costruzione del mondo capace di allargare le prospettive e l’immaginazione del pubblico, offrendo visioni di un futuro decolonizzato e decarbonizzato”.
Infine tre menzioni speciali come partecipante alla Mostra internazionale sono state assegnate a Twenty Nine Studio / Sammy Baloji “per un’installazione in tre parti che interroga il passato, il presente e il futuro della Repubblica Democratica del Congo, attraverso uno scavo di archivi architettonici coloniali”. A Wolff Architects “per un’installazione che riflette una pratica progettuale collaborativa e multimodale, nonché un approccio articolato e immaginativo alle risorse, alla ricerca e alla rappresentazione”. Infina a Thandi Loewenson “per una pratica di ricerca militante che materializza storie di spazi di lotte per la terra, estrazione e liberazione attraverso il mezzo della grafite e della scrittura speculativa come strumenti di progettazione”.
Nel corso della cerimonia di premiazione, infine, è stato attribuito a Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano, il Leone d’oro alla carriera, riconoscimento è stato proposto dalla curatrice della Biennale Architettura 2023, Lesley Lokko, e accolto dal Consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia.
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