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Club Alpino Italiano,Giacomo Benedetti rieletto a vicepresidenza gen.

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Votazioni all’assemblea nazionale dei delegati Cai

Roma, 21 mag. (askanews) – Giacomo Benedetti (58 anni, iscritto al Cai Uget Valpellice) è stato rieletto alla Vicepresidenza generale del Club alpino italiano. Le elezioni si sono tenute nelle giornate di ieri e di oggi a Biella, nel corso dell’Assemblea nazionale dei Delegati 2023 del Cai.

All’assemblea – informa una nota del Cai – hanno partecipato 444 delegati con 306 deleghe, in rappresentanza di 305 Sezioni Cai di tutta Italia, per un totale di 750 voti. A Benedetti ne sono andati 376, ad Angelo Ennio De Simoi (iscritto alla Sezione di Feltre) 280 e a Carlo Alberto Garzonio (iscritto alla Sezione di Firenze) 85.

Il Comitato Direttivo Centrale del Cai è quindi composto dal Presidente generale Antonio Montani, dai Vicepresidenti generali Giacomo Benedetti, Laura Colombo e Manlio Pellizon e dal Componente aggiunto Angelo Schena.

«Sono commosso dalla rinnovata fiducia manifestatami dalle Delegate e dai Delegati», ha affermato Benedetti. «Porterò avanti il lavoro iniziato in questi mesi, continuando i progetti che riguardano i rifugi, i sentieri, in particolare il Sentiero Italia CAI, e le scuole do ogni ordine e grado. Garantirò il massimo impegno per ottenere i risultati migliori per il Sodalizio».

BENITO MUSSOLINI CANCELLATO DALL’ALBO DEI SOCI ONORARI DEL CAI

Nel corso dell’assemblea – si legge ancora nella nota – il Cai, impegnato dallo scorso anno in un percorso di recupero della memoria, autocritica e rielaborazione etica per riconoscere la propria responsabilità nel dare continuità alla politica razziale fascista, ha rimosso il nome di Benito Mussolini dall’Albo dei Soci onorari. Mussolini divenne Socio onorario nel 1926, negli anni che videro il Cai alle dirette dipendenze del Partito Nazionale Fascista.

«Questo è un atto di coerenza», ha sottolineato il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «Personalmente non so perché nel 2023 quel nome fosse ancora nell’elenco, a fianco di grandi nomi della storia dell’alpinismo, ma da domani non ci sarà più. I principi fondanti del Club alpino italiano sono incompatibili con ogni forma di regime totalitario. La recuperata memoria sia ora affidata alle generazioni future».

In questo senso il Cai ha emesso un Bando per la conservazione e catalogazione degli archivi storici delle proprie Sezioni, con la finalità della ricerca di documenti e di altre fonti utili alla ricostruzione storica, a testimonianza dell’epurazione dei soci per effetto delle leggi razziali del 1938. Il bando è stato emesso a gennaio 2023 e copre tutte le spese inerenti da maggio 2022 al 30 settembre 2023.

RELAZIONE SULLO STATO DEL CLUB ALPINO ITALIANO

Il Presidente generale Antonio Montani ha illustrato la Relazione generale annuale sullo stato del Club alpino italiano, evidenziando i tanti progetti e iniziative messi in campo grazie ai fondi ministeriali. Si è soffermato poi sul rilancio del comparto culturale e dell’alpinismo e dell’arrampicata a tutti i livelli del Sodalizio, sul coinvolgimento dei giovani nella governance dell’associazione, sui rapporti con la politica e sulla crisi climatica.

Per quanto riguarda l’alpinismo, «con il progetto del Cai Eagle Team abbiamo dimostrato di essere ancora in grado di portare avanti una proposta alpinistica di alto livello. Ora dobbiamo impegnarci nella formazione a tutti i livelli, per soddisfare la crescente richiesta di alpinismo nella società».

Relativamente ai giovani dirigenti sezionali, Montani ha notato in loro «una straordinaria voglia di partecipare alla nostra vita associativa, con motivazione e competenza. Dobbiamo dar loro una fiducia sempre maggiore».

Sui rapporti con la politica, il Presidente generale ha evidenziato come «il Cai oggi sia riconosciuto dalle istituzioni come il più autorevole interlocutore per tutte le istanze che riguardano la montagna. In questo senso ci stiamo impegnando affinché i rifugi e i sentieri abbiano una chiara definizione nella normativa nazionale, che tutt’ora manca. È un passo necessario in vista di leggi che, riconoscendo la loro specificità, prevedano deroghe su una serie di regolamentazioni».

Montani ha concluso la sua relazione soffermandosi sulla necessità di affrontare come Cai le conseguenze della crisi climatica. «Lo faremo con il Congresso che organizzeremo a Roma il prossimo novembre, nel corso del quale discuteremo su come debba cambiare il nostro approccio alla montagna, come visione e non solo come frequentazione. Ne parleremo nella Capitale perché vogliamo rivolgerci alla politica, mostrando la direzione da seguire per lo sviluppo sostenibile delle Terre alte».

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