domenica, 6 Ottobre , 24

Israele, dal 7 ottobre 2023 al Libano: la settimana dell’incubo guerra totale

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MotoGp Giappone, Bagnaia trionfa e tallona Martin nel Mondiale

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Lega si ritrova a Pontida, Orban ospite d’onore di Salvini

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Fenu (M5s): “La priorità del prossimo governo dovrà essere il cuneo fiscale”

UncategorizedFenu (M5s): “La priorità del prossimo governo dovrà essere il cuneo fiscale”

“Il Reddito di Cittadinanza è una misura sociale da mantenere, due terzi dei percettori sono inabili al lavoro”

Lo ha detto nel corso del Cnpr Forum con Luca Asvisio, Giovanni Battista Calì, Marcella Caradonna, Marco Cuchel, Enrico Terzani e Paolo Longoni

“La prima norma che il prossimo governo, qualunque esso sia, dovrà varare è il taglio del cuneo fiscale. Un’azione importante che consentirà di aiutare allo stesso modo aziende e lavoratori in un momento difficile per l’economia mondiale”.

Lo ha dichiarato il senatore Emiliano Fenu (capogruppo in Commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama e candidato con il Movimento 5 Stelle), intervenendo al Cnpr Forum “Cittadini e imprese chiedono proposte concrete per guidare il Paese fuori dalla tempesta” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri ed esperti contabili”, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Sappiamo bene quanto sia oneroso il costo di un lavoratore per le aziende e quanto poco resti ad ogni lavoratore in busta paga – ha proseguito Fenu –, pertanto, è necessario intervenire per alleggerirlo e ritengo questa una norma sulla quale tutti i partiti, di qualsiasi schieramento, debbano essere concordi. Una delle priorità per il M5s è fissare una soglia minima al salario di ogni lavoratore dipendente, si tratta di

giustizia sociale poiché ci sono contratti che prevedono paghe orarie al di sotto della decenza”.

Il senatore pentastellato, sollecitato dalle domande dei professionisti che hanno partecipato al webinar, è intervenuto anche sulla questione del Reddito di Cittadinanza e del ‘magazzino fiscale’ dell’Agenzia delle Entrate Riscossione: “Il Reddito è stato ideato come misura di sostegno. I due terzi dei percettori sono inabili al lavoro e nel complesso i percettori stanno diminuendo perché molti di loro stanno trovando occupazione.

Tutti i lavoratori devono sapere che qualsiasi cosa gli accada nella vita lo stato potrà sempre pensare a loro con questo tipo di sostegno. La parte che invece riguarda le politiche attive del lavoro doveva essere gestita in maniera separata e affidata ai centri per l’impiego.

Per ciò che riguarda le cartelle esattoriali bisogna prendere atto che gran parte dei crediti presenti nel magazzino fiscale, che ammonta a 1.100 miliardi, sono inesigibili poiché appartengono a società fallite o a persone decedute.

Per riuscire ad avere una riscossione più efficiente si deve agire in due modi: da un lato consentire il discarico automatico dei crediti che hanno una certa anzianità, prevedendo anche di annullare del tutto quelli divenuti oramai inesigibili; dall’altro avviare una rateazione straordinaria in 10 anni su tutti i debiti pregressi, iscritti a ruolo presso l’Agenzia delle Entrate, senza sanzioni e interessi”.

Protagonisti del webinar anche i professionisti. Marco Cuchel (presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti), ha parlato della riforma sulla giustizia tributaria sottolineando “che senza dubbio ha avuto aspetti positivi come l’istituzione del giudice professionale assunto per concorso, ma mi sarei aspettato di più. Spero che nella prossima legislatura – ha rilevato Cuchel – ci sia lo spazio necessario per modificare e implementare l’autonomia del giudice tributario e che si intervenga per una radicale modifica della mediazione”.

Marco Cuchel, Presidente di Anc

 

Luca Asvisio (numero uno dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino), che ha sollecitato il parlamentare del M5s sul Reddito di Cittadinanza: “A mio avviso ritengo necessaria una revisione del sussidio che sia in grado di avvicinare i percettori del reddito al mondo del lavoro. La prossima legislatura dovrà prevedere dei percorsi che semplifichino i processi attuali. Credo che questa sia un’esigenza oggettiva”.

Il dibattito ha visto poi al centro le tematiche tributarie. Giovanni Battista Calì (presidente dell’Odcec di Roma), ha centralizzato l’attenzione sui nuovi strumenti di intelligenza artificiale in dotazione all’Agenzia dell’Entrate: “E’ evidente che la nostra categoria è particolarmente interessata ad avere un’Amministrazione Finanziaria efficiente, concreta, tempestiva e dotata di tecnologie al passo con i tempi.

Quindi ben vengano tutte le innovazioni in questo senso, ma chiediamo che le migliorie apportate al sistema possano essere anche al servizio di commercialisti e contribuenti, per rendere il rapporto con Fisco più agile e trasparente”.

Giovanni Battista Calì, presidente Odcec Roma

Altro tema al centro dell’attenzione dei professionisti è quello del “Magazzino Fiscale” dell’Agenzia dell’Entrate, sul quale è intervenuto Enrico Terzani (presidente dell’Odcec di Firenze): “All’interno del ‘Magazzino’ ci sono ormai crediti non riscossi che risalgono anche a più di 5 o 10 anni fa, molti di questi crediti sono ormai inesigibili che non verranno mai incassati.

E’ necessario che la politica intervenga quanto prima e trovi una soluzione che svuoti il Magazzino senza vessare i contribuenti e, soprattutto, senza spreco di risorse”.

Enrico Terzani, presidente Odcec Firenze

Non solo cartelle esattoriali ma anche il crescente sovraindebitamento preoccupa i commercialisti, così come ha dichiarato Marcella Caradonna (presidente dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano):“Sappiamo che è uno dei problemi più drammatici che attanagliano il Paese in questo momento. Questa situazione sta creando gravi problemi al tessuto socio economico italiano e la politica dovrà agire in fretta per aiutare i cittadini ad uscire da questa situazione di recessione”.

Marcella Caradonna, presidente Odcec Milano

Le conclusioni del forum speciale sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “E’ impossibile parlare di semplificazione se non si riuscirà ad eliminare la cosiddetta ‘paura della firma’ dei dipendenti pubblici, dei funzionari e dei dirigenti. Solo modificando le leggi continua a leggere sul sito di riferimento

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