Roma, 19 set. (askanews) – Dopo l’anteprima a Cannes nella sezione ACID, arriva alla Festa del Cinema di Roma in Special Screenings e in Concorso per il Miglior Doc “Put Your Soul on Your Hand and Walk” di Sepideh Farsi, poi un uscita a novembre (con Wanted Cinema). Il documentario della regista iraniana, conosciuta per i suoi lavori di denuncia dei conflitti nel suo Paese Natale, è girato tra le rovine di Gaza, nelle strade deserte in cui si aggirava Fatma Hassouna, la fotoreporter palestinese 24enne poi uccisa insieme a gran parte della sua famiglia lo scorso aprile in un attacco aereo.
Il film riporta fedelmente gli scambi tra le due donne nel corso di circa un anno, a partire dall’aprile 2024, e denuncia la disumanizzazione e il silenzio che troppo spesso avvolgono le vittime palestinesi, offrendo una testimonianza urgente e necessaria del genocidio visto dall’interno. “Put your soul on your hand and walk” racconta la vita a Gaza durante l’invasione militare israeliana attraverso le videochiamate tra Farsi e la fotoreporter palestinese, che documenta con coraggio la realtà quotidiana di una popolazione assediata.
Attraverso un racconto intimo e potente, il film diventa l’archivio della resistenza di Fatima, uccisa in un attacco aereo insieme a nove membri della sua famiglia, mentre la realizzazione del film era ancora in corso. Un caso che ha scosso le coscienze in tutto il mondo.
“Spero di vivere la vita che voglio. Devo continuare a documentare, così potrò raccontare ai miei figli quello che ho passato e quello a cui sono sopravvissuta”. È con queste parole piene di speranza e resilienza che si conclude il film. Parole con cui Fatma ha passato idealmente il testimone a Sepideh, che deve farsene portavoce universale.
“Quando ho incontrato Fatma Hassona è avvenuto un miracolo. Lei è diventata i miei occhi a Gaza, dove resisteva documentando giorno per giorno la guerra. E io sono diventata un collegamento tra lei e il resto del mondo, dalla sua « prigione di Gaza”, come la definiva lei. Abbiamo mantenuto questa linea di comunicazione per quasi un anno. I frammenti di pixel e suoni che ci siamo scambiate sono diventati il film che vedete. L’assassinio di Fatma il 16 aprile 2025, in seguito a un attacco israeliano alla sua casa, ne cambia per sempre il significato” ha affermato la regista.