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Filca Cisl: a Nocera, nella ricorrenza del 1° maggio, i fari sono stati puntati sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, sviluppo dei territori e pace

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di Antonio Parrella

NOCERA. La Filca (Federazione italiana lavoratori delle costruzioni e affini) Cisl di Salerno è scesa in campo lo scorso primo maggio per sensibilizzare il settore edile sui delicati temi di sicurezza sul lavoro, sviluppo dei territori e pace nel mondo.

LE DICHIARAZIONI 

“Il primo maggio – commenta Giuseppe Marchesano (nella foto in basso), segretario della Filca Cisl salernitana – nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori. Senza alcuna barriera geografica, nè tantomeno sociale e per affermare i propri diritti mirati a raggiungere obiettivi e migliorare la propria condizione. Pertanto il nostro compito è quello di salvaguardare e tutelare ogni lavoratore. Non è un primo maggio di lotta, non è il caso di festeggiare con questa pandemia scatenata dal coronavirus ancora in atto e, soprattutto, con la guerra tra Russia e Ucraina che, dopo oltre due mesi di ostilità, non conosce tregua”.

Poi Marchesano prosegue. “Abbiamo avuto gli ultimi anni davvero difficili, nei quali il settore edile ha sofferto particolarmente il peso della crisi dovuto alle politiche di rigore ed austerity imposte dall’Europa rispetto alle spese e agli investimenti in termini di opere pubbliche. La difficoltà per i privati di accesso al credito che limitava fortemente gli investimenti, poi la pandemia. Dunque non si poteva fare festa quando nel cuore dell’Europa, a poca distanza dall’Italia, c’è  il popolo ucraino alle prese con una durissima e sanguinosa guerra, che sta mietendo sofferenza e morte. Non si può festeggiare sapendo che ci sono migliaia e migliaia di bambini, donne e anziani bambini che lottano ogni giorno per la loro vita”.

Per Marchesano il primo maggio, ricordato a Nocera, “rappresenta la lotta a favore dei giovani, che sono costretti ancora ad emigrare o a lavorare senza tutele con paghe irrisorie. Ma è anche la lotta a favore delle donne, perché in Campania il 60% di esse è senza un lavoro. La lotta per tutti coloro che hanno lavorato per anni nelle grandi aziende italiane, o grandi cantieri edili nelle multinazionali, e adesso sono fuori dai “giochi”, senza un posto di lavoro, senza ammortizzatori sociali , senza una vita dignitosa”.

“Il governo ed il mezzogiorno – aggiunge Marchesano – devono al più presto mettere al centro dei progetti le regioni meridionali, perché le azioni per una reale crescita dei nostri territori sono ancora fumose. E ciò nonostante tutte le opportunità di rilancio per l’intera economia italiana, che sono arrivate proprio nel momento più difficile post pandemia, e il PNRR, che hanno ridato speranza ed opportunità a tutto il settore edile ed in generale a tutta l’economia Italiana”.

Inoltre, secondo il numero uno provinciale della Filca salernitana, “è necessario rafforzare ulteriormente la cultura della sicurezza nel mondo del lavoro. Non bisogna risparmiare nella sicurezza, va tutelata la salute, ma soprattutto il diritto alla vita. La mattina – conclude Marchesano – chi esce di casa per andare a lavorare, deve farvi ritorno. Basta morti sul lavoro”.

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