giovedì, 25 Settembre , 25

Ambiente, Colombo (Sorgenia): “#Rigeneraboschi per foreste più resilienti”

(Adnkronos) - “Ormai le aziende non possono più non occuparsi di sostenibilità e in particolare quelle energetiche sono chiamate a fare la propria parte. Le foreste sono una parte rilevantissima della vita degli uomini ed è per questo che abbiamo deciso di avviare il progetto #Rigeneraboschi. Abbiamo coinvolto clienti e dipendenti per provare a fare

Costantino Vitagliano: “Ho perso 30 kg per la mia malattia, oggi non rischio più di morire”

(Adnkronos) - Costantino Vitagliano ospite oggi, giovedì 25 settembre, a La volta buona è tornato a parlare pubblicamente della sua malattia: "Dovrò curarmi per tutta la vita ma ci sono delle belle novità", ha raccontato il modello, ex tronista di 'Uomini e Donne'.  "Ho tolto il cortisone, prima ne prendevo un grammo al giorno. Mi

Barbara d’Urso nel cast di Ballando: “Mediaset? Del passato non parlo, un giorno le vere motivazioni usciranno”

(Adnkronos) - L'allontanamento da Mediaset? Barbara D’Urso "vorrebbe evitare di parlare del passato. Le vere motivazioni usciranno fuori un giorno, non adesso", dice la conduttrice ora nel cast di Ballando con le Stelle in conferenza stampa.  Per anni "ho seguito quello che l'azienda per cui ho lavorato per tantissimi anni mi chiedeva. C’era un lavoro

FOTO | Sulla Flotilla “notte tranquilla, solo droni di passaggio”: il racconto di Luca Radaelli di Emergency

UncategorizedFOTO | Sulla Flotilla “notte tranquilla, solo droni di passaggio”: il racconto di Luca Radaelli di Emergency

ROMA – La Global Sumud Flotilla continua la navigazione verso le coste della Striscia di Gaza, nonostante gli attacchi multipli di due notti fa, così intensi da spingere Luca Radaelli, l’infermiere della Life support – la nave di Emergency che si è unita alla flotta civile -, ad affermare che “la notte è trascorsa tranquilla” nonostante le imbarcazioni abbiano “notato dei droni sorvolare la flotta”. Radaelli aggiunge: “C’è stata qualche preoccupazione, visti gli eventi dei giorni passati, però stavolta non ci sono stati incidenti”. Velivoli senza pilota di origine sconosciuta sono ormai compagni di queste imbarcazioni. Il primo attacco risale già all’8 giugno, contro la Freedom Flotilla con a bordo l’attivista Greta Thunberg. Da allora vengono denunciate “intimidazioni da parte di Israele”, che ha già chiarito che non consentirà alle barche di attraccare a Gaza e minacciato di arrestare gli equipaggi e confiscare i natanti. Ma Radaelli conferma: “Stiamo continuando a navigare”. L’iniziativa civile, a cui partecipano da 44 nazioni attivisti, giornalisti, giuristi, eurodeputati e parlamentari – anche italiani – intende rompere l’assedio navale che Israele impone illegalmente dal 2006 sui confini marittimi, aerei e terrestri della Striscia. L’obiettivo è portare aiuti umanitari e fare pressioni sui governi affinché Israele “apra all’ingresso di aiuti e ponga fine al genocidio in corso”. Radaelli continua: “E’ importante capire che la flottiglia è in mare perché a Gaza manca ogni cosa: è difficile far entrare qualsiasi bene di prima necessità. È un inferno. Bisogna lavorare affinché tutto questo finisca”.

Emergency si è unita all’iniziativa attraverso la Life support, nave nata per salvare migranti nel Mediterraneo centrale. Che nesso c’è, chiediamo, con la crisi a Gaza? “Da più di 30 anni Emergency si occupa di garantire i diritti delle persone in ogni parte del mondo, a partire dal diritto alle cure e all’aiuto” replica l’infermiere. “È un lavoro che portiamo avanti anche nella Striscia di Gaza, nelle nostre due cliniche ad Al-Qarara e Al-Mawazy, nel governatorato di Khan Younis. Ci è quindi sembrata una scelta naturale unirci a una flotta civile che vuole garantire diritti alla popolazione di Gaza”. Nelle due cliniche, riporta il referente di Emergency, “il lavoro è aumentato, l’affluenza è più che raddoppiata: da una media di 50 pazienti al giorno ora ne arrivano 300 o 400 giornalieri. Inoltre le persone si presentano in condizioni inaccettabili: non è soltanto la malattia o l’infortunio, ma la malnutrizione, i traumi psicologici. D’altronde, a Gaza le persone vengono sballottate da una parte all’altra di continuo, da ormai due anni, mentre un luogo sicuro in tutta la Striscia non esiste. Anche nelle zone cosiddette ‘umanitarie'”, vale a dire quelle indicate dalle autorità militari israeliane, “gli attacchi avvengono comunque, ogni giorno”. Attacchi a cui l’equipaggio della Life Support ha assistito due notti fa, mirati contro le barche della flotta. “Hanno riportato danni lievi alle vele e agli alberi, che sono già stati per la maggior parte riparati” riferisce Radaelli. “Una invece ha avuto un danno strutturale e forse non sarà in grado di proseguire”.
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