ROMA – Donald Trump torna in Gran Bretagna e lo fa in grande stile, con un bis da vero habitué delle cerimonie reali. Oggi lui e Melania saranno ospiti al Castello di Windsor per una due giorni tra carrozze, cene di Stato e foto in cornice storica. Il programma prevede giro con cavalli, banchetto con Re Carlo III, visita alla cappella di San Giorgio e omaggio floreale sulla tomba di Elisabetta II. Non mancherà il pernottamento a Windsor, prima del trasferimento a Chequers per l’incontro con il premier Keir Starmer.
Il messaggio politico è chiaro: Londra prova a coccolare un presidente tornato al potere con meno voglia di difendere l’ordine mondiale e più passione per le scenografie da monarchia. L’invito, con tanto di seconda visita di Stato concessa a Trump (primato mai visto per altri leader americani), è già un gesto diplomatico fuori dal comune. “Carlo è un mio amico”, ha detto Trump alla partenza da Washington, gongolando per l’inedito bis.La cornice però non è tutta zucchero filato. La Gran Bretagna è reduce da una maxi-protesta guidata da Tommy Robinson, con oltre centomila persone scese in piazza a Londra e un discorso virtuale di Elon Musk che ha acceso ulteriormente gli animi anti-immigrazione. Starmer ha dovuto condannare, Trump si gode lo spettacolo. Sullo sfondo anche l’ombra del caso Epstein: la caduta dell’ambasciatore Peter Mandelson, uomo chiave nei preparativi della visita, promette domande scomode sia per Downing Street sia per l’ospite d’oltreoceano.Per gli inglesi, la priorità è la sicurezza: la più imponente dai giorni dell’incoronazione di Carlo, con droni, tiratori scelti, polizia fluviale sul Tamigi e rinforzi armati da tutta l’isola. Nessun contatto con il pubblico, solo eventi blindati in spazi privati. Dopo l’omicidio di Charlie Kirk nello Utah e l’attentato allo stesso Trump, le misure sono state raddoppiate: controllo totale di cielo e terra, nessuna finestra scoperta.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it