“LA ZATTERA”, LO SPETTACOLO TEATRALE DEI DETENUTI DI POGGIOREALE
di Francesco Gallo
Nel mese di maggio dello scorso anno, nell’Istituto penitenziario di Poggioreale, ha avuto inizio un viaggio nelle emozioni, grazie ad un laboratorio teatrale gestito dall’Associazione di volontariato “Carcere Vi.Vo”. Dodici ragazzi del padiglione Firenze hanno iniziato un percorso laboratoriale, durante il quale, non solo hanno acquisito tecniche teatrali, che hanno consentito loro di far interagire la mente, il corpo e le emozioni, ma hanno prodotto un testo dal titolo “La zattera”, con specifiche caratteristiche di metateatro, che andrà in scena il giorno 26 gennaio 2023 nella Chiesa dell’Istituto penitenziario. Perché questo titolo? La zattera è un tipico esercizio di teatro che insegna agli attori a mantenere l’equilibrio sulla scena e rendere allo spettatore una visione d’insieme pulita. Per chi non era avvezzo sono sorte spontanee delle domande: “Nella vita quell’equilibrio a quanto serve direttò?” – Ve lo dico io, perché grazie al teatro l’ho capito…. serve a non sbandare, a non andare oltre quel limite che ti fa finire a mare, serve a rispettare l’altro…troppe volte quell’equilibrio non l’abbiamo considerato, ed eccoci qua”.
Un lavoro interamente costruito sulle esperienze fatte durante gli incontri di laboratorio, un lavoro che mostra il Teatro come metafora della realtà che, talvolta serve a renderci liberi.
Il percorso è stato lungo e diversi ragazzi hanno dovuto rinunciare, malvolentieri, alla recita finale per trasferimento ad altri istituti penali o ad altri padiglioni di Poggioreale. Ma, ci raccontano i volontari, ciò che è stato davvero fantastico è che chi ha sostituito i compagni ha messo un impegno pari se non maggiore a quanti hanno iniziato il percorso nel maggio 2022.
Viene spontaneo il paragone con la Parabola degli “operai”: gli operai dell’ultima ora hanno avuto la medesima ricompensa di quelli della prima, perché il Signore ha voluto che non ci siano “privilegiati”.
Chi lavora con questi ragazzi ci dice che la salvezza è a portata di tutti, anche degli ultimi arrivati.