ROMA – Il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran ha annunciato che il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sarebbe stato ucciso da “un proiettile a corto raggio” attraverso una “testata di circa 7 kg”.
In una nota ufficiale, l’Irgc sostiene che al colpo è seguita “una forte esplosione all’esterno della sua stanza”, nel quadro di un attentato “pianificato e portato a termine dal regime sionista” e sostenuto dal “governo criminale degli Stati Uniti”.
Tali dichiarazioni giungono in seguito a un’ondata di arresti in Iran, tra cui alti funzionari dell’intelligence e delle forze armate, poiché ritenuti responsabili della ‘falla’ nella sicurezza che ha permesso l’attentato di mercoledì scorso in cui è rimasto ucciso Haniyeh, così come riporta il New York Times, che parla di “oltre due dozzine” di individui finiti in manette.
Haniyeh, tra i leader del movimento palestinese che governa la Striscia di Gaza e ha condotto l’aggressione contro Israele del 7 ottobre, era a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian.
Secondo ricostruzioni di stampa, un ordigno sarebbe esploso nella foresteria in cui risiedeva, nella periferia della capitale, e per questo tra gli arrestati ci sono anche responsabili della struttura, gestita da esponenti dell’esercito.
Gli arresti giungono dopo un’inchiesta delle ultime ore del Telegraph, rilanciato anche dalla stampa israeliana, secondo cui a ordinare di piazzare la bomba almeno due mesi fa sarebbe stato il Mossad – ossia il servizio di intelligence israeliano – che per portare a termine l’operazione avrebbe corrotto alcuni membri dei Guardiani della rivoluzione iraniani per poter permettere ai suoi agenti di entrare e uscire dall’Iran indisturbati.
PERDE QUOTA L’IPOTESI DI UN RAID AEREO
L’inchiesta corrobora quanto emerso da un altro articolo del New York Times di due giorni fa, secondo cui Haniyeh non sarebbe morto a causa di un raid aereo, come affermato dalle autorità iraniane, bensì per un ordigno. Le inchieste sostengono che l’operazione sarebbe avvenuta a maggio: il Mossad puntava ad assassinare Haniyeh in occasione dei funerali del presidente Ebrahim Raisi, morto in un disastro aereo.
Il piano però saltò, in quanto presentava alcuni rischi, ma solo momentaneamente, per essere poi rispolverato a luglio. Israele non ha rivendicato l’uccisione di Haniyeh, ma Teheran ha puntato immediatamente il dito contro Tel Aviv. Ieri, il presidente americano Joe Biden al premier Benjamin Netanyahu ha detto che uccidere Haniyeh “non aiuta la pace” in Medio Oriente. “L’idea che l’Iran non riesca a proteggere se stesso né i suoi alleati chiave potrebbe essere fatale per l’esistenza del regime”, il commento di Ali Vaez, direttore per l’Iran dell’International Crisis Group, in seguito alla notizia degli arresti.
L’articolo L’Iran: “Il leader politico di Hamas ucciso da un proiettile a corto raggio” proviene da Agenzia Dire.
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