Siglato un importante protocollo d’intesa tra Università degli Studi “Parthenope” e Federazione Italiana di Salvamento Acquatico
In campo anche il maestro di salvamento Ciro Gifuni, delegato provinciale della “Fisa”
di Antonio Parrella
NAPOLI. “Sicurezza e divertimento” a braccetto. Sono queste due condizioni che devono assolutamente andare di pari passo e risulta davvero inconcepibile pensare di separare i due importanti concetti. E’ questo il pensiero del maestro di salvamento Ciro Gifuni (nella foto in alto a sinistra), delegato provinciale di Napoli della Federazione Italiana Salvamento Acquatico (FISA), che ormai da svariati anni sottolinea l’importanza della sicurezza in acqua, rimarcando con forza che “la sicurezza non va mai in vacanza”. Neanche in estate. Già dal mese di febbraio, il maestro Gifuni, consapevole che la scuola, il mondo dell’istruzione istituzionale e non, rappresenta una importante agenzia di formazione con lo scopo di promuovere iniziative di notevole rilevanza in più settori della società, ha siglato un protocollo d’intesa con l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” (Dipartimento Scienze Motorie), che stabilisce i concetti fondamentali della sicurezza in acqua a tutela dell’integrità della vita umana. Il relativo progetto formativo, costituito da sessioni teoriche e pratiche (mare e piscina), è rivolto a tutti gli studenti dell’Ateneo partenopeo che ne fanno richiesta, senza alcun prerequisito di carattere tecnico (brevetto di nuoto, subacqueo, eccetera) al fine di essere accessibile al maggior parte degli utenti. Tutto ciò a dimostrazione di rendere quanto più fruibile la formazione specifica. Spesso accade che quando si parla di sicurezza, erroneamente si pensa che questa accezione possa riguardare i soli “addetti ai lavori”, tralasciando però un aspetto davvero importante qual è quello dell’informazione sui comportamenti corretti da seguire al fine della riduzione dei rischi, sempre presenti anche, e soprattutto, nelle attività ludiche. In primis è necessario contrastare energicamente la sottocultura del fatalismo ed ogni cittadino dovrà sentirsi parte interessata a questo cambiamento culturale, partecipando attivamente a percorsi di formazione ed informazione sulla sicurezza in acqua e non solo relegati ad un periodo di occasionalità. “Pertanto – sottolinea il maestro Gifuni – sarebbe auspicabile, ad esempio, un progetto formativo nazionale indetto dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ai vari livelli, da destinare a tutti gli studenti, sebbene ambizioso, ma certamente realizzabile, dal quale potrà trarre beneficio l’intera collettività”. Dunque un percorso formativo basato sull’esperienza maturata in anni di diretta collaborazione sul campo di coloro che sono chiamati a rispondere in modo adeguato in un settore specifico come quello acquatico, che mai prima d’ora necessita di maggiore professionalità. “Il nostro auspicio – aggiunge Gifuni – è anche quello che la pubblica amministrazione si avvalga di persone competenti e animati da spirito di abnegazione e tanta passione, fornendo loro gli strumenti necessari a supporto dei progetti innovativi. Percorsi basati sulla prevenzione degli incidenti in acqua e la salvaguardia della vita umana, come quelli già attuati dalla FISA (Federazione Italiana Salvamento Acquatico) sull’intero territorio nazionale.