(Adnkronos) –
Nikki Hiltz debutta alle Olimpiadi di Parigi 2024 nella batteria dei 1500. La mezzofondista 29enne è la prima atleta dichiaratamente transgender a scendere in pista per gli Stati Uniti ai Giochi. “Non mi identifico con il genere che mi è stato assegnato alla nascita: la parola per descriverlo correttamente è non-binario. L’aggettivo che si può utilizzare per spiegarlo è fluid”, scrisse nel post con cui, nel 2021, fece coming out. Da allora l’atleta che si identifica con i pronomi ‘they/them’ è un punto di riferimento per la comunità Lgbtq non solo in America.
Un mese fa, ai Trials, ha conquistato il secondo titolo nazionale consecutivo staccando il pass per i Giochi. Oggi scenderà in pista nella seconda batteria, nella quale è impegnata anche l’azzurra Federica Del Buono. Hiltz può competere nella categoria femminile tra i 400 metri e il miglio, la mezzofondista non è inserita nella lista degli atleti dsd che presentano “disordini dello sviluppo sessuale”.
Le Olimpiadi di Parigi sono un palcoscenico speciale, soprattutto nei giorni caratterizzati dalle polemiche per la presenza di due pugili – Imane Khelif e Lin yu-Ting – nelle competizioni femminili: l’atleta algerina e quella taiwanese, secondo l’International Boxing Association non riconosciuta dal Cio, sono state escluse dai Mondiali 2023 per il mancato superamento di un ‘gender test’.
“Io -ha detto Hiltz come evidenzia il Washington Post- punto solo a mostrarmi per quello che sono e a guadagnare altro spazio. Uso i pronomi they/them (essi/loro) e la gente a volte rimane perplessa. Ma non possono più ignorarmi, ho vinto due titoli consecutivi”. Quando Hiltz corre, sugli spalti spicca la presenza di bandiere arcobaleno. La mezzofondista scenderà in pista in un momento particolare, con gli atleti transgender coinvolti anche nella campagna elettorale negli Stati Uniti dalle generiche affermazioni di Donald Trump, intenzionato a “escludere gli uomini dagli sport femminili”.
Hiltz non si identifica con il genere che le è stato assegnato alla nascita e per questo compete in ambito femminile. L’atleta non si sottopone a trattamenti ormonali, che costituirebbero una violazione del codice dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada). I risultati in pista hanno contribuito ad accendere i riflettori sulla mezzofondista, che spesso deve fare i conti con offese, insulti e menzogne. Dopo i Trials, un utente ha accusato Hiltz: “Ci risiamo: un altro uomo mediocre che ruba il posto ad una donna nella squadra olimpica”.
La risposta è stata tagliente: “Esci, tocca l’erba e cerca su google ‘cosa significa persona non binaria’”. I casi che coinvolgono Khelif e Lin non passano inosservati. Hiltz non glissa: “La transfobia è pazzesca in queste Olimpiadi. La retorica anti-trans è contro le donne. Queste persone non proteggono lo sport femminile, stanno imponendo rigide norme di genere e chiunque non rientri in queste norme viene preso di mira e diffamato”.
Per l’atleta a stelle e strisce, le donne trans dovrebbero avere la possibilità di competere in qualsiasi categoria: “Supporto il loro diritto di competere, che si tratti del genere assegnato loro alla nascita o meno, ovunque si sentano a loro agio”.