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Primo anniversario dell’inaugurazione della Chiesa nella Base ONU di Shama sulla Blu Line

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SPECIALE LIBANO

QUANDO LA STORIA E’ FIRMATA DA DIO

 

di Claudio Mancusi

E’ proprio vero: la Chiesa, Madre dei Santi, conservatrice eterna del Sangue incorruttibile, dispiega, –scrive quasi profeticamente Manzoni tra il 1817 e il 1822– le sue tende dall’uno all’altro mar, Libano compreso. Proprio in Libano lo scorso 18 marzo 2019, con il rito liturgico della Dedicazione, veniva inaugurata dall’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia S.E. Mons. Santo Marcianò, la Chiesa “Maria DecorCarmeli e San Giovanni XXIII Papa” nella Base UN 2-3 di Shama, sede del Comando della Joint Task Force-Lebanon Sector West, comando multinazionale a guida italiana, nell’ambito della Missione UNIFIL. L’edificazione della chiesa, auspicata sin dalla costruzione della base “A. Millevoi” quale strumento per l’assistenza spirituale ai peacekeepers, è stata concretizzata dalla progettazione al collaudo, dagli uomini della Brigata Bersaglieri Garibaldi, alla guida del Generale di Brigata Diodato Abagnara, con il coordinamento dell’Ordinariato Militare per l’Italia.La cappella, unica chiesa di Rito Latino con la presenza stabile di un sacerdote nel Sud del Libano, è stata molto significativamente intitolata a “Maria DecorCarmeli”, la Vergine del Monte Carmelo, promontorio a ridosso della città portuale di Haifa in Israele, luogo geografico e biblico poco distante dalla linea di demarcazione “Blu Line”, da dove il profeta Elia migrò verso Zarepta di Sidone  l’odierna Sarafandas in Libano (1Re 17,9), e a “San Giovanni XXIII Papa”, Celeste Patrono dell’Esercito Italiano, nonché Visitatore Apostolico nella Terra dei Cedri, da Cardinale Angelo Roncalli, quando nel 1954 incoronò la Vergine Maria di Harissa, Regina del Libano. E’, tra l’altro, la prima e tuttora unica chiesa in tutto l’Oriente ad essere dedicata al Papa della Pacem in Terris.In un paese in cui ogni scelta istituzionale ed ogni carica amministrativa di vertice e periferica, viene assegnata, come da Carta Costituzionale, per appartenenza ad una determinata fede religiosa, è stata colta dalla popolazione la portata storica dell’evento e percepita in termini di stabilità della missione, di proiezione circa la permanenza del contingente italiano, particolarmente apprezzato, nonché di attenzione al dialogo ecumenico ed interreligioso. Con questo spirito la Municipalità di Tiro, a guida sciita, ha voluto conferire all’Arcivescovo Marcianò la cittadinanza onoraria, per la prima volta ad un vescovo. Non solo però la popolazione locale, ma soprattutto chi è stato testimone dell’edificazione dell’opera ed è stato diuturnamente sul campo con compiti di responsabilità, monitorando con i propri uomini la blu line e garantendo la sicurezza nelle operazioni di supporto alla popolazione, ne dà una lettura profonda che non si ferma al servizio interno reso ai caschi blu del compound, ma ne interpreta il messaggio simbolico ed al tempo stesso efficace “…la chiesa costruita a Shama è stato il dono dell’Italia al Libano, stato multiculturale e multireligioso, che ha testimoniato la possibile comunione delle diverse confessioni presenti su quel territorio, ovviamente in un periodo in cui la comunione d’intenti è necessaria alla società per contrastare i mali e le tentazioni che stanno affliggendo il mondo di tutti i giorni (terrorismo, malattie, devianze, etc.)”, così un ufficiale ricorda l’evento nell’anniversario.

Oggi Papa Giovanni ritorna in Libano da Santo e da Patrono dell’Esercito Italiano. Il Papa della pace viene in questa sua casa e vuole farci comprendere quanta responsabilità di pace sia affidata alle Forze Armate, dinanzi a nuove tipologie di conflitti che richiedono una Difesa internazionale sempre più unita e competente ma, al contempo, sempre più attenta a frenare le logiche di odio e vendetta, potere e sopraffazione, esclusione e lesione della dignità umana, capaci di infuocare tanto le guerre mondiali di ieri quanto le lotte interne, la criminalità, il terrorismo fondamentalista, che oggi seminano paura e morte”, un passaggio dell’omelia pronunciata da Mons. Marcianò nella Messa di Dedicazione dinanzi alle autorità diplomatiche, religiose, politiche e militari del Libano, che offre la cifra interpretativa della vocazione al peacekeeping delle nostre Forze Arrmate.

 

 

 

Rito della Dedicazione dell’Altare

Hanno detto:

 

Il nuovo luogo di culto sia un richiamo a diventare testimoni di Pace

(Papa Francesco, Telegramma all’Ordinario Militare del 18 Marzo 2019);

L’esperienza stessa della costruzione della chiesa mette in atto un principio di coesistenza e collaborazione

(Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiesa Orientali Messaggio all’Ordinario Militare del 15 Marzo 2019);

Oggi, siamo testimoni di un evento lieto e significativo, laddove il messaggio che si innalza è destinato a superare i confini di questi luoghi

(Generale Salvatore Farina, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, Messaggio del 18 Marzo 2019);

Miracolo a Shama

(Generale di Brigata Diodato Abagnara, Comandante Sector West, Intervista a Rai News24 del 18 Marzo 2019);

Grande opera di Pace

(Sua Beatitudine BecharaBoutros Rai, Cardinale Patriarca di Antiochia dei Maroniti e di Tutto l’Oriente, Shama, 4 Aprile 2019);

Lezione di umanità e spiritualità

(Sua Beatitudine IgnaceYoussif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siro-Cattolici, Shama, 6 Aprile 2019);

Straordinaria opera di fratellanza

(Dr. AhmadSeklaoui, Console Onorario Sud Libano, Dichiarazione del 18 Marzo 2019).

 

“Madre de’ Santi, immagine

Della città superna,

Del sangue incorruttibile

Conservatrice eterna;

Tu che, da tanti secoli,

Soffri, combatti e preghi,

Che le tue tende spieghi

Dall’uno all’altro mar;

O Spirto! supplichevoli

A’ tuoi solenni altari;

Soli per selve inospite;

Vaghi in deserti mari;

Dall’Ande algenti al Libano,

D’Erina all’irta Haiti,

Sparsi per tutti i liti,

Uni per Te di cor”.

 

  • (A.Manzoni, Inni Sacri, Pentecoste)

 

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