mercoledì, 17 Settembre , 25

Sostenibilità, a Civitavecchia incontro tra AdSP e delegazione governativa Corea del Sud

(Adnkronos) - Il Porto di Civitavecchia ha accolto oggi una delegazione governativa della Corea del Sud per un incontro con l'Autorità di Sistema Portuale. La riunione - si legge in una nota - "ha avuto come obiettivo principale la discussione di tematiche relative alla sostenibilità ambientale, con particolare attenzione allo sviluppo dei progetti sull'idrogeno e

Giovani caregiver protagonisti della mostra-evento ‘Impression of Humanity’

(Adnkronos) - Un percorso di ascolto e sperimentazione che dà voce al vissuto e alle emozioni dei giovani caregiver italiani attraverso il linguaggio dell'arte e dell'intelligenza artificiale, grazie al talento di giovanissimi studenti della Rufa - Rome University of Fine Arts che hanno tradotto in espressione artistica le esperienze di chi - mentre è ancora

Iacchetti dopo lite con Mizrahi su Gaza insiste: “È bugiardo e ignorante, ripeterei ogni cosa”

(Adnkronos) - "Oggi su Instagram si parla solo di me... ma avevo davanti un essere impossibile, provocatore, bugiardo, ignorante e quindi se dovessi ritornare a fare 'Cartabianca' stasera direi esattamente in quel modo tutte le parole che ho detto, dalla prima all'ultima". Così Enzo Iacchetti commenta su Instagram quanto accaduto ieri sera, durante la puntata

Radiohead a Bologna? No, grazie: riparte la campagna Pro Pal contro i concerti delle band

MondoRadiohead a Bologna? No, grazie: riparte la campagna Pro Pal contro i concerti delle band

di Maurizio Papa, Andrea Sangermano e Redazione Web

BOLOGNA – I Radiohead tornano in Italia con i quattro concerti previsti a Bologna per novembre e si scalda il fronte pro Palestina, pronto a boicottare la band di Thom Yorke e soci. Un appello in questo senso ha subito accolto l’annuncio delle date italiane del tour e ora, sotto le Due torri, la volontà di prendere posizione contro i Radiohead è rilanciata dai promotori dell’evento “Voci per la Palestina” che si terrà martedì prossimo in piazza Lucio Dalla.

L’INVITO AI FAN

“Invitiamo anche i fan ad aderire alla campagna di boicottaggio- dice Chiara Pancaldi, musicista e organizzatrice di ‘Voci per la Palestina’- io stessa adoro i Radiohead, ma cercheremo di promuovere questa campagna il più possibile”. Per il momento, comunque, “non abbiamo ancora pensato a delle iniziative, anche artistiche- mette in chiaro Pancaldi- è un tema delicato. Non è un’operazione di censura dell’arte, il boicottaggio non colpisce l’artista in quanto tale ma la complicità sistemica”. Quindi, afferma la musicista, “dovremo capire come agire senza essere accusati di ciò che non vogliamo”.

PERCHÈ THOM YORKE & CO. SONO TARGET DEL BDS MOVEMENT

Intanto la campagna Bds che promuove azioni di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni verso Israele (dalle prime lettere delle tre parole chiave nasce appunto l’acronimo Bds) spiega: “I Radiohead continuano con il loro silenzio complice, esibendosi insieme ad un artista israeliano che intrattiene le forze di occupazione responsabili del genocidio”. Per questo “mobilitiamoci insieme per boicottare il gruppo, il loro tour e soprattutto i quattro concerti bolognesi”, recita l’appello. La protesta contro i Radiohead andrà avanti “fino a quanto il gruppo non prenderà le distanze in modo convincente da Jonny Greenwood”, il chitarrista della band, “che non ha aderito al boicottaggio nonviolento promosso dal Bds durante il genocidio contro i palestinesi di Gaza”.I Radiohead, si sottolinea ancora nell’appello della campagna Bds, “non solo non hanno aderito alla richiesta di boicottaggio ma sono andati oltre, esibendosi in concerto nel 2017 a Tel Aviv. Contribuendo al tentativo di ripulire attraverso l’arte l’immagine del regime di apartheid e occupazione militare israeliano”. Greenwood, in particolare, “si è esibito nella Tel Aviv dell’apartheid insieme a Dudu Tassa (musicista israeliano, ndr), nel maggio 2024, nella notte in cui le forze genocide israeliane, a poca distanza, massacravano i palestinesi sfollati nelle loro tende a Rafah, bruciandoli vivi. I due hanno ripetuto la loro performance nel marzo 2025”.

GREENWOOD-TASSA, “L’ARTWASHING” DEL GENOCIDIO E IL SILENZIO DI YORKE

Sempre Tassa, prosegue il Bds, “ha ripetutamente intrattenuto le forze genocide israeliane, agendo volontariamente come ambasciatore culturale dell’apartheid israeliano”. I concerti di Greenwood e Tassa previsti nel Regno Unito del giugno 2025 “sono stati cancellati in seguito alle pressioni pacifiche del Bds- si legge ancora nell’appello- a causa dei chiari e inconfutabili legami degli artisti con il ‘whitewashing’ del genocidio a Gaza, che ha ucciso almeno 62.000 palestinesi. Di fronte al crescente malumore dei fan rispetto al vergognoso ‘artwashing’ del genocidio da parte di Greenwood, Yorke è rimasto in silenzio per poi fare una dichiarazione molto criticata dai fan”.

L’AUTODIFESA DEL CANTANTE E LEADER DEL GRUPPO

Proprio il cantante è stato contestato durante un concerto, per non aver preso una posizione chiara su Gaza è poi intervenuto in un lungo post sui social, dello scorso 30 maggio, in cui ha affrontato per la prima volta di petto il tema. Ecco alcuni estratti del testo, tradotti in italiano.

“DOPO IL MIO SILENZIO INTIMIDAZIONI E DIFFAMAZIONE: FORTE IMPATTO SULLA MIA SALUTE MENTALE”

“L’anno scorso qualcuno mi ha gridato contro nel buio mentre stavo per prendere la chitarra e cantare l’ultimo pezzo da solo davanti a 9000 persone a Melbourne. Non era il momento migliore per discutere della catastrofe umanitaria in corso a Gaza. Mi ha scioccato il fatto che il mio supposto silenzio sia stato interpretato come complicità e ho faticato a trovare un modo adeguato per rispondere e continuare col resto del tour. Quel silenzio, che era il tentativo di mostrare rispetto per chi sta soffrendo e per chi è morto, e non banalizzare tutto con poche parole, ha spinto alcuni gruppi opportunisti di usare l’intimidazione e la diffamazione per riempirlo. Mi rammarico di aver concesso loro questa possibilità. Ha avuto un impatto pesante sulla mia salute mentale”.

“NETANYAU E LA SUA CRICCA DI ESTREMISTI VANNO FERMATI”

“Per tutti gli altri, riempirò ora quel silenzio di modo che ogni cosa sia chiara e netta. Penso che Netanyahu e la sua cricca di estremisti siano completamente fuori controllo e che debbano essere fermati, e che la comunità internazionale dovrebbe esercitare tutta la pressione possibile su di loro affinché desistano. La scusa della legittima difesa ha ormai perso ogni credibilità ed è stata sostituita da un evidente desiderio di prendere il controllo definitivo di Gaza e della Cisgiordania. Credo che quella amministrazione ultranazionalista si sia nascosta dietro un popolo terrorizzato e in lutto e l’abbia usato per respingere ogni critica, sfruttando paura e dolore per portare avanti un’agenda ultranazionalista dalle conseguenze tremende, come vediamo ora con il blocco disumano degli aiuti a Gaza.

“HAMAS SI NASCODE DIETRO LA SOFFERENZA DI UN POPOLO PER I SUOI SCOPI”

“Mentre le nostre vite scorrono normalmente, migliaia di anime innocenti vengono espulse dalla terra… per cosa? Allo stesso tempo, però, lo slogan senza condizioni “Free Palestine” che sentiamo in continuazione non risponde a una semplice domanda: perché gli ostaggi non sono stati ancora tutti rilasciati? Per quale motivo? Perché Hamas ha scelto di portare a termine gli atti orribili del 7 ottobre? La risposta è ovvia e credo che anche Hamas si nasconda cinicamente dietro la sofferenza di un popolo per perseguire i propri scopi”.

“STOP ALLA CACCIA ALLE STREGHE SUI SOCIAL CONTRO GLI ARTISTI”

“La caccia alle streghe sui social (niente di nuovo) da entrambe le parti mette sotto pressione gli artisti e chiunque capiti a tiro quella settimana affinché facciano dichiarazioni. Questo non fa altro che aumentare la tensione, la paura e l’estrema semplificazione di problemi complessi che meriterebbero un vero dibattito faccia a faccia tra persone che vogliono sinceramente che i massacri finiscano e si trovi una qualche forma di comprensione. Questo tipo di polarizzazione è voluta e non serve agli esseri umani, perpetua anzi una mentalità del tipo “noi contro loro”. Distrugge la speranza e mantiene un senso di isolamento, che è precisamente quel che gli estremisti usano per mantenere la loro posizione. Li aiutiamo a nascondersi in piena vista se presumiamo che gli estremisti e il popolo che affermano di rappresentare siano una cosa sola, indivisibile. Il nostro mondo potrà uscire da questi tempi cupi e trovare la pace solo quando riscopriremo ciò che abbiamo in comune e quando gli estremisti saranno ricacciati nell’oscurità da cui sono venuti”.

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