di Francesco Gallo
L-arginina, un amminoacido venduto come integratore alimentare e consigliata ad esempio in caso di problemi cardiovascolari ma anche per migliorare le performance sportive potrebbe costituire un nuovo aiuto nella lotta al Covid. È quanto suggerito dai primi risultati di uno studio clinico condotto presso il reparto di terapia sub intensiva dell’ospedale Cotugno di Napoli.
I risultati preliminari del trial clinico sono stati pubblicati sulla rivista EClinicalMedicine (una rivista open access edita da Lancet).
Lo studio è stato condotto da Giuseppe Fiorentino con il supporto della Farmaceutici Damor, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, l’Albert Einstein University di New York.
Gli esperti hanno presentato i risultati preliminari sui primi 101 pazienti trattati: il risultato principale è che, rispetto ai pazienti trattati solo con le terapie standard (gruppo placebo), coloro che hanno ricevuto anche una somministrazione per bocca dell’arginina hanno avuto in media un ricovero più breve: 46 giorni di degenza in media per i pazienti del gruppo placebo contro 25 giorni per quelli che hanno assunto L-arginina.
Inoltre a una valutazione fatta al decimo giorno di terapia, ai pazienti trattati anche con L-arginina si è potuto ridurre il supporto respiratorio, mentre questo è stato possibile solo per il 44% dei pazienti del gruppo placebo; ma questo effetto dell’arginina non è stato confermato a 20 giorni di terapia. Serviranno dunque ulteriori dati per confermare l’efficacia dell’amminoacido.