ROMA – Meno di 60 giorni, entro il 9 novembre: questi i tempi per una decisione della Corte penale internazionale (Cpi) sull’avvio di un processo a carico di Joseph Kony, fondatore in Uganda del gruppo ribelle dell’Esercito di resistenza del Signore. Il suo caso è stato al centro, all’Aja, della prima udienza “in absentia” nella storia del tribunale.
Le accuse contro Kony riguardano crimini di guerra e contro l’umanità, commessi tra il 2002 e il 2005 nel nord dell’Uganda. La fase istruttoria, di fronte alla Terza camera della Corte, si è conclusa la settimana scorsa. A rappresentare Kony di fronte ai giudici Althea Violet Alexis-Windsor, Iulia Motoc e Haykel Ben Mahfoudh è stato il consulente per la difesa Peter Haynes.La vicenda ha un valore particolare sul piano giudiziario anche perché potrebbe costituire un precedente per i casi in cui l’imputato non sia agli arresti, come accade oggi per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu o per il presidente russo Vladimir Putin, entrambi ricercati dal tribunale dell’Aja.Nativo del villaggio di Odek e originario della comunità acholi, a 64 anni Kony è tuttora latitante. Fondò l’Esercito di resistenza del Signore, noto anche con l’acronimo inglese Lra, rivendicando il ruolo di profeta e il compito di imporre il rispetto dei comandamenti biblici. Nel corso degli anni, a causa delle violenze perpetrate dai ribelli, centinaia di migliaia di persone sono state costrette a lasciare le proprie case. I capi di accusa contro Kony, ben 39, alcuni dei quali notificati dalla Cpi già nel 2006, riguardano anche l’arruolamento di bambini-soldato.L’Esercito di resistenza del Signore ha colpito non solo in Uganda ma anche in alcuni Paesi confinanti, come la Repubblica democratica del Congo, il Sud Sudan e la Repubblica centrafricana. Nel tempo il gruppo è stato però in gran parte smantellato da una serie di operazioni militari. Uno dei suoi comandanti, Dominic Ongwen, è stato arrestato e poi condannato dalla Corte penale internazionale a 25 anni di prigione.La decisione su un eventuale processo “in absentia” contro Kony arriverà dunque entro il 9 novembre: il termine massimo per la scelta da parte dei magistrati è di 60 giorni dalla fine della fase istruttoria.
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