ENTEBBE (Uganda) – Chirurghi che fanno crescere l’Africa. Capaci di renderla più forte e più in salute, grazie a un impegno comune che permette la condivisione di esperienze e competenze. “Qui in Uganda nel 2012 c’era un solo chirurgo pediatrico mentre adesso sono in 12” calcola Giacomo Menaldo, direttore nazionale di Emergency, già al lavoro in aree di crisi e conflitto come l’Afghanistan e l’Iraq. Alle spalle i mattoni di terra cruda del Centro pediatrico di Entebbe, disegnato dall’architetto Renzo Piano e aperto dall’ong italiana nel 2021, aggiunge: “Noi ovviamente speriamo che presto siano 20, 30 o 50, certificati, con un approccio panafricano che garantisca l’eccellenza della formazione insieme con un alto livello di competenze e la qualità delle cure”.
I chirurghi, in arrivo non solo dall’Uganda ma anche dall’Etiopia o dal Sudan, li incontriamo nelle corsie e nei reparti del Centro pediatrico. “Questo ospedale è divenuto parte della rete del Cosecsa, il Collegio dei chirurghi dell’Africa centrale, orientale e meridionale” spiega Menaldo: “Un risultato raggiunto negli ultimi due anni, grazie alla collaborazione con il Mulago Hospital, che nella capitale Kampala è un fiore all’occhiello”.
Istituto nel 1999, il Collegio ha stabilito la propria base ad Arusha, in Tanzania. Si propone di alzare lo standard professionale, garantendo livelli uniformi tra i Paesi del continente. Il training riguarda le diverse branche del settore, dalla chirurgia pediatrica a quella ortopedica, dalla cardiochirurgia alla neurochirurgia. La cura dei bambini, in particolare nei casi di malformazioni congenite, ha un valore particolare: secondo le statistiche internazionali, l’età media della popolazione supera di poco i 19 anni. “Qui da noi arrivano fellow e studenti che, in un percorso di specializzazione triennale, si fermano da noi per tre mesi” riprende Menaldo. “I nostri punti di forza sono la chirurgia addominale, quella urologica e quella plastica”.
Di formazione parliamo anche al Mulago Hospital, all’ultimo piano di un grattacielo, mentre gli alberi nel cortile sono sferzati da un temporale tropicale. Ci accoglie il vice-direttore della struttura, John Sekabira, esperto e figura di riferimento: fino a poco più di dieci anni fa era proprio lui l’unico chirurgo pediatrico dell’Uganda. “Gli specializzandi devono poter imparare nei nostri Paesi e non essere costretti ad andare lontano, magari nel Regno Unito o in Sudafrica come è capitato a me” sottolinea il dottore. “Il rischio è che poi restino all’estero, mentre qui ci sono tanti bisogni e servono specialisti e professionalità: solo in questi padiglioni abbiamo 1.700 posti letto”.
Buone notizie stanno arrivando anche grazie a una collaborazione tra Cosecsa e Kids Operating Room, un’organizzazione internazionale che si è impegnata per la chirurgia pediatrica a partire dal 2018, con un primo progetto proprio a Kampala, realizzato insieme a Sekabira. Programmi di tirocinio hanno coinvolto Paesi che non hanno mai avuto specialisti, come il Burundi: i suoi primi chirurghi generali che si stanno specializzando in pediatria si chiamano Alliance Niyukuri e Carlos Nsengiyumva.
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