ROMA – “Un dazio complessivo al 15% non è un accordo pessimo, certo meglio sarebbe stato zero, ma peggio dei dazi rischia di essere il rapporto euro-dollaro”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del forum della competitività in Assolombarda a Milano, sottolineando come la svalutazione del dollaro fino a quota 1,25 “renderebbe molto difficile esportare negli Stati Uniti”. Per il vicepremier serve un intervento della Banca centrale europea: “Con l’inflazione al 2% si può ridurre il costo del denaro e ricominciare a comprare titoli di Stato, tornando al quantitative easing. È il modo migliore per difendere le nostre esportazioni, e anche Mario Draghi si è detto orientativamente favorevole”. Tajani ha ricordato che l’Italia, seconda solo alla Cina per diversità merceologica, può trasformare la sfida in opportunità: “Sui dazi più alti di altri Paesi, possiamo occupare spazi che loro non riescono più a coprire. Il Made in Italy è garanzia di qualità: chi compra un prodotto italiano lo fa anche se costa di più”.
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