di Ugo Cataluddi e Nadia Cozzolino
ROMA – Flash mob dell’Odg nazionale a piazza Santi Apostoli contro il massacro di giornalisti a Gaza. Con un palco montato al centro della piazza, e le immagini e un grande manifesto steso a terra con i nomi, la data e la causa della morte, l’Ordine dei giornalisti ha voluto rendere omaggio agli oltre 289 colleghi uccisi dall’esercito di Israele. Accanto ai nomi, lo slogan ‘Non uccidete l’informazione’. Dal palco giornalisti, parlamentari, personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e della società civile, hanno letto nomi e cognomi di chi ha pagato con la vita il voler raccontare il genocidio in corso a Gaza. Alcuni di loro, portavano al collo foto dei reporter, alcune macchiate con la vernice rossa. Ad accompagnare la lettura dei nomi, le note del violinista Marco Quaranta.
Tra i presenti, l’attore Leo Gullotta, i giornalisti Sigfrido Ranucci e Serena Bortone, i leader Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, più vari parlamentari del centrosinistra. Tra questi, i dem Filippo Sensi e Laura Boldrini, l’Iv Roberto Giachetti la presidente della commissione di Vigilanza della Rai dell’M5s, Barbara Floridia e gli azzurri Ilaria Cavo e Paolo Emilio Russo.
ANCHE A NAPOLI LETTI NOMI DEI GIORNALISTI UCCISI A GAZA
Mariam Abu Dagga, Hussam al-Masri, Mohammed Salama, Moaz Abu Taha e Ahmed Abu Aziz. Sono i nomi dei giornalisti uccisi nell’attacco all’ospedale Nasser dello scorso 25 agosto. Cinque nomi che si aggiungono a quelli di altre centinaia di cronisti ammazzati dall’inizio del conflitto. A Gaza è in atto un “giornalisticidio: dall’inizio della guerra sono morti più di 270 giornalisti, sono stati deliberatamente uccisi”, riferisce Désirée Klein, portavoce di Articolo 21 Campania, che, insieme a Fermatevi! e a Marisa Laurito, direttrice artistica del teatro Trianon Viviani, ha organizzato una manifestazione nel corso della quale a Napoli – in contemporanea con l’iniziativa nazionale di Roma – sono stati letti tutti i nomi dei giornalisti uccisi a Gaza.
“Sono 287 i nomi che leggiamo: quelli con la scritta ‘press’ sul petto sono presi di mira. Questo accade – dice Marisa Laurito – perché non vogliono far sapere quello che succede a Gaza. Lo facciamo a Napoli in contemporanea con l’azione di Roma”. Una iniziativa che coinvolge il mondo della cultura, nonostante, ricorda la direttrice del Trianon Viviani, “all’inizio della guerra si fosse mobilitato molto poco: eravamo in pochissimi a parlare. Adesso, invece. c’è un movimento mondiale di mobilitazione: il nostro mondo di attori, giornalisti, scrittori si sta muovendo moltissimo, ma anche il mondo civile, perché ci sono una marea di manifestazioni ovunque. Temo, però, il peggio, nonostante tutte queste mobilitazioni. Sono molto avvilita”.Klein aggiunge: “A Gaza la scritta ‘press’ è diventata un mirino, è una cosa aberrante, non sono mai stati uccisi così tanti giornalisti in così breve tempo nella storia dell’umanità. A tutto questo dobbiamo dire no, perché se non c’è il diritto a essere informati non c’è la democrazia e in questo momento quello che accade a Gaza è oscurato. In un genocidio c’è anche un giornalisticidio”.Al Trianon, tra gli altri, anche Jamal Qaddorah della comunità palestinese della Campania, che definisce l’attacco alla Global Sumud Flotilla “annunciato. Sono talmente vigliacchi da averlo fatto a Tunisi. Il mondo va verso Gaza per aiutare Gaza, perché non hanno niente da mangiare, e anche una nave di pacifisti viene colpita con un drone. Non ci sono più parole”.
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